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Carrie: QUEL PIZZICO DI YVES SAINT LAURENT


In questo preciso momento vorrei allegramente suicidarmi emotivamente! Si… insomma, staccare la spina dalle emozioni per intenderci!
Ok, le occasioni non mi stanno mancando, ma sempre meno spesso vedo negli altri ciò che vorrei.
Siamo talmente concentrati sulla ricerca dell’appagamento fisico da dimenticare ciò che siamo e che stiamo cercando?
Mai possibile che il principe azzurro abbia smarrito la strada e Cenerentola sia condannata alla sua bara di cristallo per l’eternità?
A volte è triste pensare che sia così, ma d’altro canto non siamo noi a dover cercare di cogliere i lati positivi di ogni momento della nostra vita?
Zitelle o non zitelle!

Aggrappati al miraggio della felicità migliaia di persone, etero e gay, continuano la propria strada, alla propria ricerca di Mr. Big.
Il problema di base è uno solo: siamo sufficientemente equilibrati con noi stessi e la nostra vita per affrontare una nuova rivoluzione?

L’arrivo di qualcun altro nelle migliori delle ipotesi equivale ad un gigantesco meteorite in rotta di collisione con la terra.
Abitudini, desideri, per non parlare della convivenza!
Un intero mondo pronto a sconvolgere il nostro!
Eppure non desideriamo altro che quel meteorite ci colpisca, ci distrugga… A voi sembra normale?

Soffriamo se non abbiamo qualcuno accanto ma, allo stesso modo, soffriamo per un’infinità di motivi quando lui c’è.
Quand’è che saremo veramente felici e soddisfatti di ciò che abbiamo?

Nemmeno dopo uno shopping sfrenato da Gucci e Louis Vuitton credo che un gay si sentirebbe completamente appagato, mancherebbe quel pizzico di Yves Saint Laurent.

Carrie

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