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Carrie: LASCIARSI

Tutti quanti nel nostro bagaglio di vita vissuta abbiamo una collezione di “interruzioni di fidanzamento”.
Le modalità spesso non variano molto, sono quasi sempre gli stessi copioni per tutti.
Ma quando si parla di motivazioni ecco che il gay riesce a tirare fuori tutta la sua creatività!
La classica metodologia di rottura è parlando di persona, il metodo certamente più doloroso, ma al tempo stesso anche quello più corretto.
Fra le altre modalità vanno sicuramente citate quella per lettera, per post-it al risveglio, per telefono, per e-mail e per concludere via sms (molto in voga ad inizio secolo) e via facebook, la nuova tendenza.
Premettendo che le alternative al lasciarsi di persona le trovo patetiche e tipiche di persone senza spina dorsale, la vera capacità di variare nel gay risiede nel come, con quali motivazioni.
Il mio primo fidanzato lo fece dicendo di <>.
Tralasciando il fatto che io fossi recluso in casa per via della sua gelosia mentre lui usciva molto spesso con i suoi amici, ma chi cavolo c’era in quel locale per avere un effetto simile?
Non sapevo che Keanu Reeves fosse stato invitato come special guest!
Ovviamente il tutto via telefono ed sms.
Il secondo invece ammise che <>.
Almeno fu capace di usare le palle non solo confessandomi tutto ciò, ma dicendomelo oltretutto di persona.
Ma se proprio devo ringraziare qualcuno per il contributo allo sviluppo di questo capitolo, questi è Mr. Micro.
Si, proprio lui ed alle nostre numerose rotture.
Al terzo posto fra le più eclatanti posso certamente citare <>, peccato che fossi stato io a fargli presente che si stava prendendo una cotta e che la persona in questione fosse Samantha.
In seconda posizione il <>, della serie o mi scopo chi mi pare e tu zitto, oppure… ci siamo capiti!
Ma la medaglia d’onore va alla volta in cui mi disse: “Non ti amo più e poi sei ingrassato e non provo più attrazione fisica…” grazie, dopo 3 mesi a letto per una buca in un marciapiede e con un passato da anoressico tornare ai mitici 52 kg non è propriamente facile.
Ovviamente il preambolo è stato alzarsi da letto tutti e tre (io, lui è il terzo di turno per il quale sbavava a più non posso), accompagnarmi al lavoro (mai fatto prima), tornarsene a casa, portare via tutta la sua roba e poi solo dopo affrontarmi con le sue scusanti.
Tralasciando il fatto che nemmeno una settimana dopo ha preso il treno per andare dal tipo, il colmo lo si raggiunge con l’aver prima elencato ad un paio amici comuni tutta una serie di soli miei difetti, per poi negare disperatamente una volta che ci stavamo riavvicinando ed ero stato prontamente informato di quanto fossi una persona terribilmente sgradevole.
Ecco un altro copione comune: perché quando ci si lascia e si deve fare i conti con tutti i ricordi belli e brutti, non solo finiamo per ricordare i secondi a discapito dei primi, ma finiamo spesso e volentieri nel breve termine per sparare a zero sulla persona che è stata al nostro fianco?
Solitamente è un comportamento da immaturi, eppure continuiamo a cadere sempre nello stesso errore, non imparando mai dal passato.
Certo, anch’io avrei da dirne molte sul suo conto, ma a che pro?
Potrei rinfacciare tantissime cose nel post rottura, ma mi farebbe bene? Mi darebbe delle risposte?
Io forse ho capito la lezione e certamente quello che penso resterà sempre celato nei miei pensieri e nel mio cuore, sia in positivo che in negativo che siano, appartengono solo a me e serviranno per fare in modo che da quell’ultima volta la mia strada sia ben diversa dalla sua.
Ma la cosa ironica di tutte le turbolente vicissitudini della storia con Mr. Micro è che, fatta eccezione per la prima volta che ci lasciammo ad opera mia, tutte le successive furono sue decisioni.
Ogni volta se ne andava (o me ne dovevo andare io, dipendeva da dove ci trovassimo in quel momento) per poi riavvicinarci e fare pace, magari litigando di nuovo 10 minuti dopo.
L’ultima volta però, quella fatidica, fui io a dire stop e porre fine ad una relazione durata 7 anni.
Proprio vero che bisogna aver paura delle acque chete!
Prima di lui anch’io sono caduto in questo tranello, ma si cresce, si matura, si fa tesoro delle proprie esperienze e dei propri errori.
Ed io sbaglio spesso… e imparo.

Carrie

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