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Carrie: I LATI OSCURI DELL’AMORE

Ci sono dei lati dell’amore che fino ad oggi non ho ancora affrontato.
Mi sono sempre limitato allo scintillio, all’amore rose e fiori, ma chi vorrebbe l’amore idilliaco?
Qualcuno probabilmente si, ma io di certo no!
Per me una relazione è fatta, anche se in minima dose, da piccoli screzi, incomprensioni e litigi.
Io voglio i litigi!
Non è una mia componente masochistica, ma una lite vuol dire avere idee differenti da confrontare, misurarsi a vicenda, apprendere nuovi aspetti della persona che prima non avevamo considerato.
Tralasciando la scontatezza del “non c’è niente di più bello che fare la pace facendo l’amore”, io ho il bisogno di mettermi in gioco e di confrontarmi.
Un ragazzo che mi desse sempre ragione o mi accondiscendesse in tutto sarebbe la mia morte spirituale.
Vero anche che in caso di grosse diversità si dovrebbe scendere a dei compromessi e sono la normalità, il tutto va calcolato in base a quanto ognuno di noi deve rinunciare a se stesso in funzione dell’altro.
Con Mr. Micro i miei compromessi sembravano più degli armistizi in cui io alzavo bandiera bianca.
Era esasperazione e non avevo più le forze e la voglia di nuovi scontri.
Tutto sta nel ben equilibrare il rapporto considerando i compromessi necessari alla sua esistenza.
Ho usato la parola esistenza per un motivo ben preciso, se avessi usato sopravvivenza la coppia sarebbe già arrivata ad un punto critico ed il dover far ricorso a compromessi sarebbe stato come firmarne la condanna a morte.
Ma se quella fosse la possibilità della relazione di proseguire senza turbare gli animi dell’uno o dell’altro, senza intaccarne l’unione o metterne in discussione le fondamenta, ecco che un compromesso potrebbe diventare come il collante, quel qualcosa grazie al quale concedere la chance di eternità alla propria relazione.
Per farvi un esempio farò ricorso al mio passato.
Un giorno Mr. Micro ed io eravamo in casa da soli e, tra un discorso e l’altro, non ricordo come ma arrivammo a parlare dell’ipotesi che, se un giorno avessimo avuto un figlio per adozione, lui avrebbe voluto che fosse battezzato, mentre io ero ferocemente contrario a questa idea essendo di un’altra religione.
Lui continuava a ripetere che, in fin dei conti, si trattava di un rito positivo, spiegandomene ogni minima concezione favorevole al fatto ch’io potessi accettarlo.
Dal mio canto invece, era palese che non volessi nessun condizionamento e nessuna scelta genitoriale, mio figlio non avrebbe dovuto avere nessuna imposizione potendo liberamente scegliere un domani in cosa credere o non farlo affatto.
Nessuna marchiatura in stile mucca da allevamento, ognuno deve scegliere la propria vita, mio figlio in primis!
Io sono buddista ma non inculcherò mai il mio credo ad una creatura solo perché è la mia convinzione: lui un domani dovrà fare le sue scelte con consapevolezza e coerenza con se stesso, se sceglierà la mia strada io ne sarò felice, se avesse scelto una differente ad egual modo avrei gioito per lui, ma non tollero che qualcuno faccia scelte a priori per qualcun altro.
Non mi rivolse la parola per due giorni.
Il nostro compromesso fu il non discuterne più fintanto che il problema non si fosse posto realmente.
In una relazione è impossibile che non ci siano differenze tali da doversi mettere in discussione, il tutto sta nel “quanto questo ci condiziona o pregiudica il rapporto?”.
Riflettiamoci, ne vade del nostro futuro e dell’integrità del proprio io.

Carrie

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