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Carrie: LA COPERTA


In ambito alberghiero la “coperta” non è altro che una “compagnia femminile” per la notte o solo qualche ora, in parole povere: una prostituta.

Lavorando in questo settore da più di un decennio, le richieste di “coperte” sono state svariate.
La prima volta, nella mia più totale ingenuità, mi presentai bello sorridente davanti alla porta del cliente con una coperta di lana.
Ci restò decisamente male, prese la coperta e, con un “Grazie” che trasmetteva tutto il suo stupore e disappunto, se ne tornò a dormire.
La volta successiva mi capitò in un altro hotel: avevamo in casa un gruppetto di poliziotti e fu proprio uno di loro che mi spiegò che “coperta” vuol dire “prostituta” e si fece anche una grassa risata quando gli raccontai della mia precedente situazione.
“Tanto ne conoscerai chissà quante, tutti i portieri hanno le loro conoscenze!
Dai chiamamene una…” mi disse.
Partendo dal presupposto che non ne conosco nemmeno una, se anche fosse sarei così deficiente da chiamarla proprio per un poliziotto?!?
Negli anni le richieste di “coperte” sono state veramente tante e da ogni tipologia di persone: turisti, gente di passaggio, in viaggio d’affari, avvocati, medici, operai,…chiunque, perfino un marito che aveva appena accompagnato la moglie in aeroporto ed un poliziotto.
Qualche anno fa fu un cliente che sapeva del mio essere gay a chiedermelo, un ragazzo con cui avevo un buon rapporto di conoscenza e, vista la sua insistenza, gli risposi che al massimo avrei potuto procurargli “Un piumone con due spalle in stile armadio, ma coperte nemmeno una…”.
Non fu sufficiente a farlo desistere dal suo intento e continuò a stressate per tutta la serata.
Qualche sera fa invece l’autista di un grosso imprenditore cominciò ad attaccare bottone chiacchierando allegramente del più del meno, il classico copione di chi ha in mente qualcosa.
Un cliente normale che abbia voglia di parlare cerca un argomento di dialogo comune in modo da poter interagire.
Chi invece ha come scopo il farsi procurare una coperta cerca di instaurare un dialogo più intimo, con la speranza di accattivarsi le simpatie dell’altro e poter vedere esaudita la propria richiesta.
Infatti dopo nemmeno 10 minuti arrivò la classica domanda: “Ma per avere un po’ di compagnia in camera?”.
Gli spiegai che io non avevo contatti con escort, prostitute ed affini, l’unica possibilità era leggersi gli annunci sul giornale e vedere cosa c’era di disponibile.
La risposta non gli piacque e continuò a farmi pressioni per sapere come fare.
Quanto mi sarebbe piaciuto urlargli: “Sono finocchio e non me ne può fregare di meno se stasera vuoi tocciare il biscotto!”.
Purtroppo sul posto di lavoro non mi è permesso, ma la voglia di farlo era davvero tanta.
Mi ha perfino voluto accompagnare all’autobus a fine turno e poco prima di salutarmi ecco arrivare la battuta finale: “Dai se trovi qualcosa vieni anche tu, tranquillo pago io!”.
Etero…possibile che siano così monotematici nei loro pensieri??

Carrie

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