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Carrie: ZAC

Quanto odio l’influenza.
Nonostante le varie sintomatologie connesse alla febbre, quali tosse, mal di gola, raffreddore, spossatezza e via dicendo, talvolta ci si può trovare qualcosa di buono.
In ambito lavorativo è l’occasione per un bel periodo di riposo totale.
In ambito sentimentale è la possibilità di farsi viziare e coccolare molto più del solito.
In ambito sessuale, cosa che però si sta verificando solo di recente, l’occasione di accedere alle proprie riserve di ormoni.
Non so bene come mai, ma se in salute il mio testosterone è praticamente surgelato, in stato febbricitante la cosa cambia diametralmente.
Che sia proprio la febbre alta a farlo scongelare?
Ma ecco che il tutto crolla come un castello di carta, spazzato via dal vento della realtà, anche se, più che un semplice soffio d’aria, stiamo parlando di un vero e proprio tornado.
Zac ha tutto: 22 anni, un bellissimo viso, un corpo stupendo e 24 cm di terapia antinfluenzale.
Ci siamo conosciuti in chat, lui non sa bene cosa voglia esattamente dagl’incontri in cui si lancia, si limita a cogliere ciò che semplicemente gli viene offerto.
Si è letteralmente invitato a casa mia, con la scusa che, essendo da solo, avevo di certo bisogno di qualcuno che si prendesse cura di me.
Non che la proposta non fosse allettante, ma ci conoscevamo si e no da trenta minuti ed un tale slancio di altruismo lasciava pensare a ben pochi propositi in merito al nostro incontro.
E così eccolo alla mia porta.
Da bravo gentiluomo si è presentato con una confezione di Pocket Coffe.
“Inizialmente volevo portarti una scatola di Baci, ma poi ho pensato che quelli avresti potuto darmeli tu”.
Bravo: adesso come faccio a dirgli che odio la cioccolata?
Non posso troncare in questa maniera una frase tanto dolce.
Scarta un cioccolatino e me lo appoggia sulle labbra.
Coraggio Carrie: apri la bocca e manda giù quel coso.
Subito dopo ci siamo baciati ed in tempo record avevamo raggiunto il letto.
Baci: 30 minuti circa.
Mi esordisce tutto ad un tratto dicendomi: “Voglio che tu sappia una cosa”.
Se vuoi terrorizzare qualcuno in un momento simile, non c’è frase più d’effetto di questa.
“Quando faccio sesso vengo molto in fretta, ma posso continuare tranquillamente a farlo senza nessuna pausa”.
Ed io che avevo pensato chissà cosa: l’avrà piccolo, troppo grande, storto, ne ha due?!?
Non gli dico assolutamente nulla e ricomincio a baciarlo, dopotutto “vengo molto in fretta” non è un male se è continuativo.
Che sarà poi: 5 minuti? 10 esagerando?
Con i preliminari stava reggendo abbastanza bene, anche perché ci sono andato cauto, ma quando passammo al sesso vero e proprio, le Le cose cambiarono in fretta.
Decisamente troppo in fretta.

Preliminari: 30 minuti.
Da attivo ha sparato la sua prima cartuccia dopo nemmeno 30 secondi, ma riusciva a mantenere il controllo e continuare.
La seconda dopo circa un minuto, come pure la terza e la quarta.
È stato inevitabile il suo imbarazzo ed accettò di buon grado di invertirci i ruoli.
Superati i 90 secondi tutto sembrava andare liscio, ma appena raggiunti i 2 minuti…
Non di nuovo!
Ed ancora dopo un altro minuto.
Decisi di arrendermi: un vero rapporto “Zac”, ovvero “di già?!?”.
Rapporto completo: 6 minuti e mezzo.
Siamo rimasti a parlare per un’altra oretta, i classici discorsi fra due persone che, tranne sul piano anatomico, ancora non si conoscono affatto.
Credevo non fosse possibile per lui “zaccare” anche al di fuori del letto, invece mi sbagliavo di grosso.
Si voltò quasi di scatto, mi baciò di nuovo e disse: “Se la tua coinquilina dovesse andare via, potrei venire io qui a vivere con te, mi sembra che feeling ce ne sia abbastanza e di te, credo, potrei davvero innamorarmi”.
Ma se in tutto sono passate si e no 2 ore, come puoi dire una cosa simile?
Fingendo che la tosse stesse tornando più violenta di prima, sono riuscito a convincerlo ad andare a casa sua, prima che se uscisse con chissà quale altra follia, ed in un “Zac” lui era già sparito giù per le scale.

Carrie

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