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Carrie: DIO BENEDICA IL TELEFONINO

Le ultime generazioni non capiranno mai quali rivoluzioni ci sono state nei nostri modi di vivere.
Andando a ritroso si parte dall’invasione delle nostre vite ad opera di internet, le e-mail e le community online, passando poi per i DVD, i treni veloci e così via, fino ad arrivare a quella che, a mio parere, è stato lo stravolgimento più radicale di tutti: la comparsa del cellulare.
A malapena riesco a ricordare come siamo potuti sopravvivere in un sua assenza, o meglio, me lo ricordo per gli urli che mia madre faceva ogni volta che arrivava una bolletta del telefono fisso.
Mi sembra ieri il momento in cui lei entrò in casa e mi diede quella scatola in mano con su scritto Timmy: un vero e proprio mattone nero, pesante, enorme, uno schermo in cui persino il punto era graficamente orrendo e, come se non bastasse, senza nemmeno avere un po’ di “campo”.
Si, mi aveva regalato un cellulare, ma dove abitavamo al tempo non c’era ancora il segnale, la copertura si limitava solo alle città ed ai paesi con più di trentamila abitanti.
In pratica potevo usarlo solo quand’ero a scuola o in giro per Bologna, cosa quest’ultima che non mi entusiasmava particolarmente, il più delle volte non volevo che si sapesse dove mi trovavo in quel momento.
Quel piccolo apparecchio dal peso assassino avrebbe, presto o tardi, cambiato radicalmente gli usi e costumi, non solo miei, ma di tutti gli italiani.
A quel tempo, nelle mie innumerevoli amicizie, contavo solo altre due persone che l’avessero, quindi una ricarica mi durava in eterno.
Per non parlare dei prezzi: potevo chiamare, senza spendere un capitale, solo dopo le 8:00 di sera e la domenica.
Mi sono sempre detto che il nome del mio piano telefonico non fosse esatto: più che “tariffa rossa” dovevano chiamarlo “tariffa allarme rosso”.
Col tempo abbiamo imparato ad usare gli sms, personalizzare le suonerie, scoprimmo le cover per dare al nostro nuovo telefonino un’immagine sua esclusiva, fino ai giorni d’oggi in cui, nonostante le riduzioni di peso e dimensioni, abbiamo degli strumenti d’uso comune ed indispensabili alla nostra stessa esistenza: collegamento ad internet, gestione multipla di caselle e-mail, applicazioni personalizzabili, video chiamate, mms, navigatori satellitari integrati,…
Se scoppiasse una nuova guerra ed il mondo fosse catapultato indietro di duemila anni, quale sarebbe per noi la tragedia maggiore: tornare ad imparare a cacciare, coltivare la terra e vivere in capanne, oppure dover rinunciare all’uso del telefonino?
Ci siamo talmente legati ad esso che è diventato un vero e proprio compagno d’avventure.
È sempre lui ad assistere alla nascita dei nostri amori, ad ascoltare le lunghe telefonate, le discussioni e le rotture, è il primo a raccogliere le nostre lacrime ed i nostri sfoghi.
C’è sempre lui in mezzo, come una sorta di aiuto regista che rimane nell’ombra.
Quanti di noi hanno lasciato, o sono stati lasciati, con una telefonata o con un sms?
Di sicuro posso dire una cosa: ci vorrebbe una legge per impedire di essere mollati via sms, con una pena severissima.
Dovrebbe essere considerato alla pari di un crimine contro l’umanità.
Il cellulare è si un mezzo di comunicazione, ma certe cose andrebbero dette di persona, non nascondendosi dietro un display.
Proprio in questi giorni ne sto facendo un uso sfrenato (io poi ne ho due) grazie alla conoscenza con un ragazzo.
Lui non sta a Bologna, quindi sto pianificando un mio imminente viaggio a Mestre ed il cellulare è un ottimo sistema per mantenere i contatti con lui.
L’ho ribattezzato “Pesciolino” per via del suo segno zodiacale, non che io dia peso all’astrologia, ma partire sapendo che toro e pesci hanno una forte alchimia di certo rasserena.
So ancora poco di lui e del suo carattere, ad ogni telefonata scopro sempre qualcosa in più, sia in senso positivo che negativo.
Giusto due sere fa c’è stata l’ultima telefonata, la cui durata è stata di un’ora, undici minuti ed undici secondi. Se l’avessi voluto fare apposta non ci sarei riuscito.
È divertente, affabile e molto schietto, apprezzo molto chi ha il coraggio di dire quello che pensa rischiando d’inimicarsi il suo interlocutore.
Non è per certo perfetto, non lo è nessuno.
So che non adotterebbe mai un bambino, su questo punto la pensiamo in modo diverso e che preferisce il freddo al caldo, mentre io l’esatto contrario.
Bologna-Mestre, è una bella distanza, se fossimo a metà degli anni ’90 come avremmo potuto restare in contatto così stretto?
Probabilmente avremmo dovuto ricorrere al telefono fisso o, peggio ancora, alle lettere, in ogni caso la conoscenza di una telefonata sarebbe equivalsa a due mesi di corrispondenza.
Forse non ci saremmo nemmeno conosciuti, il tutto è partito da un sito d’incontri online.
Nonostante la nostra vita sia condizionata dai cellulari, di cui ormai siamo totalmente dipendenti, per certo ci hanno aperto numerose strade che altrimenti non avremmo mai potuto percorrere.

Carrie

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