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Carrie: K CONTRO J

Sa quasi di scadente telenovelas la mattinata di sabato, subito prima del matrimonio.
Nei giorni precedenti K era tornato a farsi vivo, prima via sms, poi per telefono ed eravamo rimasti d’accordo che sarebbe venuto a prendermi al lavoro sabato mattina alla fine del mio turno.
Come volevasi dimostrare, anche stavolta non si è presentato.
La volta precedente si era per lo meno degnato di mandare un sms per avvisarmi, sabato il silenzio totale, tanto che gli scrissi io: “Dove sei? Io ho finito e sto andando a casa”.
Un sms sprecato, nessuna risposta per tutto il resto della giornata, come pure in quella seguente.
Domenica pomeriggio provo a chiamarlo, giusto per sapere che tutto fosse a posto e che non fosse successo nulla, ma la telefonata non ha ricevuto risposta, così ho aspettato fino a sera.
Finalmente ricevo risposta, subito mi chiede scusa per non essersi fatto vivo e per non aver risposto al mio sms ed inizia a raccontarmi la sua avventura del sabato.
Venuto a Bologna per trovarsi a casa di alcuni suoi amici per una serata a base di poker, ha scoperto che gli avevano dato buca e così ha ripiegato sul Bart, una disco con dark room.
Una volta lì ha incontrato un suo amico che gli ha presentato alcuni suoi amici ed al termine della serata si è unito a loro per un festino a casa di uno di questi.
La prima descrizione della serata che mi ha fornito parlava di una festa tranquilla passata a ridere e scherzare, finendo con il suo addormentarsi fino all’indomani.
Ma ogni volta che la raccontava (ed è successo 4 volte in una sola telefonata) la storia evolveva in dettagli e sviluppi al limite del credibile.
Già dalla seconda versione avevano fatto comparsa varie sostanze stupefacenti, di cui lui però non ne avrebbe fatto uso e, conoscendolo, è stato certamente meglio così (non per essere cattivo nei suoi confronti, ma talvolta ti viene spontaneo porsi una domanda: è idiota oppure troppo sempliciotto?).
Nella terza versione il festino era diventato un incontro di sesso, uno dei presenti se lo sarebbe portato in camera sua.
Nell’ultimo racconto la serata si era evoluta in una vera e propria orgia con i ragazzi conosciuti quella sera (in tutto 16) con lui nel ruolo del solo attivo in quanto, essendo l’unico a non aver fatto ricorso a nessuna delle droghe disponibili, era l’unico ad avere l’erezione.
Più proseguiva e più arricchiva il racconto di dettagli ed aneddoti, come la presenza di un escort brasiliano che, chiedendo 250 euro a volta, mensilmente guadagnava 6-7mila euro (conti alla mano si parla di 24-28 clienti al mese), ma se uno scopa praticamente quasi tutti i giorni, perché ipotecare il “giorno di riposo” per un’ammucchiata?
Inoltre è libero di sabato sera, la giornata in cui, secondo un paio di miei amici escort, si lavora più degli altri?
I conti non mi tornano.
Un altro, un avvocato poco più che ventenne il cui reddito si attesta intorno ai 20mila euro a causa vinta e che si occupa di procedimenti legali del valore di milioni di euro (ad un avvocatino di primo pelo, appena uscito dall’università, a mala pena gli farei seguire un mio litigio con la vicina di casa per il volume dello stereo), gli sarebbe saltato addosso dicendogli: “Sei troppo sexy” e finendo col dargli mezzo metro di lingua in bocca.
Seguono poi un altro brasiliano amico del precedente, un altro escort e così via, fino al timido di turno che, per togliergli i pantaloni, è stato immobilizzato e spogliato dagli altri.
Una vicenda che ha dell’incredibile, o forse dovrei dire che rasenta il credibile?
Mentre il racconto si evolveva sembrava quasi interessato più alla mia reazione che alla sua euforia, ma di questa non vi era alcuna traccia.
Come si può non esserlo dopo che da solo ti sei scopato 16 maschi, uno più bello dell’altro, di cui due addirittura professionisti dell’intrattenimento erotico?
Credo di essermi risposto da solo.
Onde evitare una quinta variante ho cercato di troncare il discorso con un “Beh, sicuramente ti sei divertito più tu con i tuoi 16 amici che io da solo con J”.
Qualche istante di silenzio e poi la domanda: “E chi è J?”.
Il tono della voce e del suo modo di parlare erano cambiati.
J è un ragazzo francese che ho conosciuto sabato mattina mediante una famosa applicazione per iPhone e che, trovandoci a breve distanza, ho incontrato finendo con il fare sesso con lui sdraiati sul pavimento.
Non si direbbe abbia 37 anni: un viso molto giovanile, un sedere da urlo ed un altrettanto perfetto…ehm, ci siamo capiti.
Come se questo non bastasse devo confessare che è il ragazzo che sa baciare meglio al mondo, al solo pensiero trascorsi 3 giorni e mi viene un’erezione.
Non credo che K l’abbia presa molto bene, aveva un modo di parlarmi, mentre gli dicevo di J, che sembrava fin infastidito, tanto da terminare la telefonata da lì a breve.
Ma in fin dei conti io non gli ho fatto nulla, dopotutto non stiamo insieme e ci eravamo appena risentiti dopo quell’episodio che mi aveva fatto perdere la pazienza tre mesi fa.
Quello che fatico a comprendere è il perché della sua reazione: se quello che ha raccontato fosse vero, per lo meno in parte, non avrebbe nulla da poter ridire in merito, lui se n’è scopati 16 mentre io solo uno, al contrari,o se non fosse vero, mi avrebbe innanzitutto mentito (cosa per me molto grave) e comunque io non avrei fatto assolutamente nulla per mancargli di rispetto, essendo venuti meno i propositi che ci tenevano uniti 3 mesi fa.
È ironico stuzzicare una persona usando il sesso, finendo poi per restare vittima del proprio stratagemma, ma non si dovrebbe essere almeno pronti a sopportare l’eventuale fallimento del nostro piano?
Una cosa è certa: J ha risvegliato in me un lato dormiente che da molti anni non rifaceva la sua comparsa, quella componente fisica che a lungo era rimasta nell’ombra e che sembra essersi risvegliata all’improvviso.
Nei prossimi giorni modificherò i miei profili on-line, non che il sesso sia divenuto la mia ricerca primaria, ma non voglio nemmeno privarmene completamente in stile suora di clausura.
Una strana riflessione questa, è davvero incredibile essere giunto ad una simile conclusione proprio nel giorno del terzo anniversario della rottura con Mr. Micro.
Tempus fugit, dicevano i latini, eppure a me sembra passato un decennio, non solo 3 anni.
Ora vi devo salutare, un po’ di riposo ci vuole.
Notte a tutti ed un ringraziamento speciale a J.

Carrie

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