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Carrie: IL GUAGLIUNCELLO

La mia follia continua  ininterrottamente nella sua opera, non senza un certo aiuto da parte di Aidan.
Come se dovessi essere incitato ulteriormente.
Prima di dirvi tutto (e rigorosamente in diretta) credo sia necessario un breve riassunto delle ultime 14 ore.
Finito di lavorare sono andato a casa, come di consuetudine, stavolta però avevo piani molto diversi dal solito: doccia, nanna, levataccia alle 6:00 del mattino e partire con Aidan alla volta dell’hinterland napoletano per incontrare il guagliuncello.
Purtroppo la mia compagna d’avventure era stesa, per non dire cappottata, nel letto con febbre e tosse.
Questo non l’ha fatta desistere dal suo piano d’emergenza: mettermi sul primo treno per Napoli pagandomi i biglietti.
E così, dopo tre ore e mezza di viaggio su Italo, durante le quali avrò dormito si e no trenta minuti, e la pubblicazione psicotica di una decina di post su FB, eccomi giunto a Napoli.
Una boccata d’aria fuori dalla stazione, individuare qualcuno per chiedere indicazioni sulla restante parte del viaggio (compreso qualcun’altro che mi ha scroccato due sigarette) ed ero già dentro al trenino della Circumvesuviana.
È stato in quel momento in cui mi sono ricordato il motivo del mio scetticismo nell’utilizzo dei mezzi pubblici campani: se in tutta Italia un trenino come quello avrebbe accolto al massimo 200 persone, a Napoli ce ne stanno non meno di 500, una densità superiore alle sardine in scatola.
Ma nonostante le difficoltà, sono giunto finalmente a Torre del Greco.
Appena arrivato l’ho chiamato subito (ci ho provato mentre ero sul trenino, ma fra il fitto e il chiacchiericcio della gente, sommato al rumore del mezzo, era impossibile capire qualcosa), ci siamo accordati per vederci dopo pranzo ed io ne ho approfittato per raggiungere l’hotel.
Camera carina, qualche pecca il bagno, ma è sempre il punto dolente degli alberghi.
Primo giretto per la città, pronti e…via!
Solo con l’ausilio dell’app di Google Maps, mi sono ritrovato immediatamente nelle vie dello shopping.
Giuro: non l’ho fatto apposta.
Chi mai avrebbe immaginato di trovare tutti quei negozi?
Ok, non c’erano i miei monomarca preferiti come Louis Vuitton, Hermés, Gucci, Prada e così via, ma svariati negozietti con roba griffata li ho trovati e probabilmente li assalterò nel pomeriggio.
Sono arrivato fino a 300 metri dal mare, quello spero di vederlo molto presto accompagnato da lui.
Una breve tappa in un bar pasticceria per mangiare qualcosina al volo, dove puntualmente ho fatto amicizia con i proprietari (se capitate da queste parti… Bar Pasticceria Di Donna in via del Corallo, sono troppo gentili e simpatici), infine una tappa in un piccolo parchetto in centro dove, in attesa della sua chiamata, sto scrivendo queste righe alle 14:08.
Ops, non definirei questo riassunto poi così breve come credevo, sarà forse l’agitazione che ho per via dell’incontro.
Avevo detto che non mi sarei fatto castelli in aria con questo ragazzo e così è stato…non un castello…diciamo qualcosa di dimensioni più ridotte, tipo un trilocale con annesso giardino, mansarda e garage.
Sto pericolosamente sragionando ed il tempo minaccia pioggia, è il caso di mettersi in movimento e cercare qualcuno che venda ombrelli.
A dopo.
H. 17:17
Fosse stato un venerdì non sarei nemmeno uscito di casa, specie a quest’ora.
Essendo sabato ho deciso di sfidare la sorte trovandomi alla stazione della Circumvesuviana, luogo prestabilito per l’incontro.
Ho il cuore in gola e batte ai 3000 all’ora.
Credo di essere sull’orlo di un infarto e l’attesa che lui arrivi non mi aiuta di certo.
Questo è il momento ideale per iniziare una tossicodipendenza da Valium, purtroppo non ne dispongo al momento.
Suvvia, è solo l’ennesimo incontro.
No, non mi tranquillizza nemmeno un po’, continuo a tremare come un gattino infreddolito.
No panico.
No panico.
Ok panico.
Ho appena provato a chiamarlo, di nuovo, ma nessuna risposta, probabilmente il rumore del traffico copre la suoneria del telefono.
Torre del Greco è una realtà in scala 1:15 di Napoli, ma ne ha tutte le principali caratteristiche: caos, traffico e quel meraviglioso accento napoletano per cui io perdo la testa.
In più è tutt’oggi che non faccio altro che vedere ragazzi bellissimi ovunque.
A dopo.
Finalmente ci siamo visti e…cavolo quanto mi piace!
Prima ho avuto modo di conoscerlo caratterialmente, ora anche di persona e la sentenza è unanime (vorrei anche vedere, sono l’unico giudice): è davvero carino!
Con lui al mio fianco mi sento bene, sereno e tranquillo.
Lui mi ha detto che gli piaccio ma una sua amica ha saputo rovinare la serata, arruolandolo per farsi dare una mano a liberare casa: sabato sera da addetto al trasloco.
E così eccomi qui, in albergo solo soletto, quando avrei voluto essere sul lungo mare a passeggiare con lui guardando la luna tra una nuvola e l’altra.
Ho provato anche ad invitarlo in albergo, non fraintendetemi, nessun secondo fine, ma il camion per caricare la roba arriva alle 5:00 del mattino (ma dico: chi cavolo fa un trasloco a quell’ora? Solo qui può capitare una situazione simile).
Non ho molta voglia di scrivere in questo momento, credo che un sonno ristoratore non possa farmi altro che bene, sogni d’oro a tutti.
Ci voleva proprio un bel sonno ristoratore dopo la serata di ieri, le telefonate di rito ad alcuni amici e un po’ di televisione per chiudere gli occhi.
Sono di nuovo nel piccolo parco di ieri sera, nell’attesa che il guagliuncello si liberi dai suoi impegni.
La mattinata è stata abbastanza tranquilla ma al tempo stesso complicata: andato a far colazione in hotel, mi sono ritrovato davanti ad un buffet di prodotti preconfezionati decisamente poco appetitosi.
Mi sono limitato ad un semplice caffè, scoprendo con molta sorpresa ed altrettanta delusione che lì usano le cialdine.
È come andare all’hotel Sacher e trovarsi l’omonima torta preconfezionata.
Sono nel tempio del caffè espresso, voglio sentire quel profumo inebriante, non veder scartare una confezione contenente una cialdina.
Terapia d’urto: correre al bar di ieri e rimediare con un loro delizioso cappuccino e chissà, più tardi potrei farci ancora una capatina.
Concluso il disastro colazione, un piccolo giro guardando le vetrine dei negozi, ahimè chiusi.
Ma ecco la svolta: il passeggio sul molo.
Sarebbe stupendo scrivere stando ad ammirare il golfo di Napoli, la costa sorrentina e Capri, circondato dal profumo del mare e con alle spalle il Vesuvio.
Dopo aver camminato per un’ora guardando il molo e la gente su di esso, sono arrivato ad una semplice conclusione: per arrivarci bisogna usare il teletrasporto.
Spero mi ci accompagni lui nel pomeriggio.
La mia unica possibilità era tornare in centro, magari studiando meglio Google Maps su come arrivare fino al molo nel pomeriggio.
Quale migliore occasione per sentire Miranda appena rientrato da Parigi?
Ovviamente c’è stato il terzo grado: com’è, è carino, a o p, ci hai fatto qualcosa,…
Poi il suo turno per raccontarmi una delle situazioni più divertenti ed imbarazzanti che possano capitare.
Stava parlando con un ragazzo italiano, anche lui a Parigi per lavoro, molto carino, 35 anni ma portati fin troppo bene dimostrandone solo 28, una caratteristica decisamente molto congeniale a Miranda.
Durante la chiacchierata il ragazzo lo guarda e chiede se fosse tutto a posto e, alla risposta affermativa, lui abbassa gli occhi al suo pacco.
A Miranda quel ragazzo piaceva anche troppo, la dimostrazione era una evidentissima erezione sotto i pantaloni.
Avevo decisamente bisogno di questa telefonata, distrarmi dall’attesa di vederlo, distogliere lo sguardo dai maschi paurosamente belli di questo posto e l’idea di farmi di nuovo tre ore di viaggio su di un treno vibrante.
Certo che, avendo dovuto cenare da solo ieri sera, non accetto di dover fare altrettanto al pranzo di oggi, dovesse accadere salgo sul primo treno della Circumvesuviana e torno a Bologna.
Ora provo a chiamarlo e vediamo come si evolverà la giornata, magari nel peggiore dei casi potrei fermarmi a Roma per dare un bacio a Fla’.
A più tardi.
I miei nervi stanno cedendo.
L’ho chiamato ed è ancora alle prese col trasloco della sua amica e non pensa di riuscire a liberarsi prima delle 14:00.
Ed io cosa dovrei fare nel mentre? 
Continuare a gironzolare senza meta come un povero pirla?
Se io ho trovato il tempo ed il modo di farmi 578 km, lui non riesce a fare altrettanto per dedicarmi una giornata?
In fin dei conti questo viaggio aveva come finalità lo stare insieme e lui stesso mi ha fatto capire di tenerci a me.
Perfino un suo amico gli ha detto che è stato un cretino a comportarsi così.
Per quel che mi riguarda sto seriamente pensando di tornare in hotel, prendere la mia fidata Louis Vuitton Damier Graphite ed aspettare alla stazione della Circumvesuviana.
Se per le 14:00 non si fa vivo, salto sul primo trenino e me ne vado.
Da un lato cerco di capirlo: per come me ne ha parlato, la sua amica gli è stato molto vicino ed ha cercato di aiutarlo, anch’io mi sentirei in debito se fossi nei suoi panni.
Ma poi ci sono anch’io e so che dovrei imparare ad essere più egoista, difetto che sfortunatamente mi manca.
Ci mancava pure il brutto tempo, a quanto pare si adatta al mio umore.
L’ho appena sentito, ora deve andare a scaricare la roba nel nuovo appartamento.
Questo è troppo, prendo il borsone e me ne vado, se ci tiene sarà lui a dover fare il prossimo passo.
Sono decisamente molto alterato, meglio evitare di scrivere per il momento, lo farò più tardi quando mi sarò calmato un po’.
Sono seduto alla stazione della Circumvesuviana in attesa che un trenino per Napoli si decida ad arrivare.
Si, me ne sto tornando a casa e non nascondo di essere un po’ amareggiato da questa situazione.
Lui mi ha chiesto scusa un milione di volte, ma i fatti parlano chiaro: tutto il viaggio è stato inutile.
Eccomi sul treno, carico di aspettative non realizzate.
Ogni metro che percorriamo sento un peso crescere dentro.
Cosa provo è un cocktail di emozioni, alcune in contrasto con la maggioranza di esse composta da dispiacere, delusione, rammarico e, non lo nascondo, anche un po’ di rancore.
“Informiamo i gentili viaggiatori che il treno partirà fra pochi minuti”.
Si, sono su Italo e si sta muovendo proprio in questo istante, destinazione casa.
Bilancio del week end: un piccolo disastro.
Si ci sono lati positivi, ma molti di più quelli negativi, eppure non me la sento di nutrire ostilità nei suoi confronti, dopotutto non ha un lavoro e questo trasloco gli permetterà di guadagnarsi qualche soldo.
Più di una volta ha detto che dovrà farsi perdonare venendo lui a Bologna, anche perché se vuole la tazza con teiera che gli avevo regalato non ha altra scelta, è qui nella mia Vuitton.
Inizialmente pensavo di lasciarla in hotel e dirgli di passare a prenderla, ma in fin dei conti ora è obbligato a dimostrarmi che ci tiene alla nostra conoscenza.
300 km/h e mi sembra di andare pianissimo.
Avevo quasi pensato di fermarmi qualche ora a Roma per salutare un’amica, ma credo sia meglio metabolizzare il tutto, non sarei una buona spalla d’appoggio e lei ne ha decisamente bisogno.
Ha da poco scoperto che l’uomo con cui stava da tempo ha ancora in testa la sua ex storica.
Ebbene si, è innamorato di lei da 12 anni e nel mentre parlava di figli con la mia amica.
Bastardo, non ci sono altri aggettivi.
Se la vedeste, potrei perfino innamorarmene io anche se sono gay.
Forza su: chiunque abbia un amico etero in zona capitale, NON psicopatico/complessato/qualsiasi altra patologia psichica, bello dentro ma anche fuori, single, serio, disposto a mettersi in gioco con una delle ragazze più belle e dolci sulla faccia della terra ed intenzionato a trovare la donna giusta, mi scriva a carrie@gayandthecity.it o mi segnali il suo profilo su FB.
Ultimamente vado forte come cupido per etero, in compenso sono una vera frana con me stesso.
Tra 7 minuti dovrei essere tornato nella mia bellissima Bologna, un viaggio allucinante a dispetto dell’andata visto che il wifi di Italo non ne vuole sapere di funzionare, per caricare una pagina ci vuole non meno di 25 minuti.
Potete immaginare come sia piacevole cercare anche solo di aprire la loro home page per mandare un’e-mail di protesta: lungo e inutile.
Ora inizio a prepararmi per scendere, manca ormai pochissimo. 
Ci aggiorniamo in serata nel post conclusione.
Giornata decisamente fuori dal comune: mi chiama e quasi istantaneamente litighiamo.
Se il buon giorno si vede dal mattino, si prospetta una giornata veramente molto lunga.
Per farvi capire la situazione devo fare un passo indietro: ieri, mentre aspettavo alla stazione della Circumvesuviana, ho aperto Grindr e Gay Romeo per ammazzare il tempo dell’attesa curiosando in qua ed in là.
Durante il viaggio ho fatto amicizia con un ragazzo di Portici, molto simpatico, ma nessuno dei due ha secondi fini.
Arrivato a casa mi arriva un nuovo messaggio di un altro ragazzo napoletano.
Scambiamo qualche parola e scopro che è un amico del tipo che avevo incontrato.
Da lì il passo è stato breve: prima FB poi scambio di numeri e conseguente telefonata.
Stamattina suona il telefono mentre stavo ancora dormendo, era il guagliuncello e lo richiamo immediatamente.
Gli racconto, non certo senza una punta di euforia, che ho conosciuto un suo amico.
Appena gli dico il suo nome su FB si scatena il pandemonio: una scenata pazzesca, insulti, lui completamente stravolto e agitato.
Il tutto con un finale da manuale: mi sbatte il telefono in faccia.
Sopporto tutto ma non questo gesto che mi fa perdere completamente le staffe.
Gli mando un bel messaggino per fargli capire quanto sia stato scorretto ed immaturo nei miei confronti, lui riprova a chiamare ma in quel preciso istante non avevo alcuna intenzione di rispondere, se non per ricoprirlo d’insulti.
Aidan era allibita, si era perfino svegliata dagli urli che facevo.
Circa mezz’ora dopo richiama e riesco a rispondere.
Mille scusanti: io sono geloso, tu mi piaci e non lo capisci, quello si vuole mettere in mezzo a noi e rovinare tutto,…
Non chiedetemi come sia riuscito a stare calmo e tranquillo, sinceramente parlando non lo so proprio.
Almeno abbiamo chiarito un po’ di cose ed abbiamo fatto un ulteriore passo verso una conoscenza più profonda, anche se questa lite non ha certo rialzato il livello del rapporto dopo il tragico week end a Torre del Greco.
Quando sarò più calmo e razionale vi farò sapere il mio punto di vista obbiettivo.
Carrie

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