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Carrie: FINE DI UN CAPITOLO

La conoscenza con il guagliuncello non è paragonabile ad una fiaba, è infatti priva del tradizionale “…e vissero per sempre felici e contenti”, assomiglia di più a “Lady Oscar” in cui prima sparano ad André e poi a Oscar.
Ok, non c’è stata alcuna sparatoria, tantomeno delle vittime, a parte forse l’affetto che nutrivo per lui ed anche un po’ il mio orgoglio, ma è giunto il momento di mettere la parola “fine”.
Si, è finita, sinceramente ho alzato bandiera bianca, la Bastiglia è rimasta in piedi, inespugnata, ancora ritta sulle sue solide fondamenta.
Qualche tempo fa vi avevo parlato del suo modo discontinuo di farsi vivo, arrivando anche a non rispondere alle mie telefonate (vedi Carrie: CARRIE IS BACK?!?) ed il mio conseguente malessere causato da tutto questo.
Le prime 36 successive al chiarimento sono state fantastiche, se non fosse che subito dopo è sparito di nuovo per un giorno intero e riprendendo quell’abitudine del “giorno di, giorno no”.
Continuo a pormi una domanda: se ti piace davvero qualcuno e riponi delle speranze in lui, speranze ben riposte viste le sue parole ed intenzioni sulla carta, perché sparire e negarsi al telefono, ripercorrendo i medesimi passi che avevano urtato i miei nervi poco tempo fa?
La scusa dei problemi è già stata usata e gli avevo risposto ch’era meglio se avesse smesso di chiudersi a riccio, piuttosto che tenersi tutto dentro allontanando le persone che volevano stargli vicino.
Per non parlare poi della sua venuta a Bologna: prima doveva avvenire subito dopo Natale con il suo trasferirsi da me, poi la data era stata spostata a metà gennaio, infine al 21 gennaio, sempre trasferendosi prima, divenendo poi una semplice gita per conoscermi meglio e vedere Bologna poi.
Oggi è il 25 gennaio ma di lui nessuna traccia.
Domenica è stato l’ultimo giorno in cui ho sentito la sua voce, proprio il giorno prima della sua venuta qui, in cui mi diceva che aveva bisogno di tempo per prepararsi e, di conseguenza, la data era da rivedere ad un futuro imminente che mi avrebbe comunicato.
Da quel giorno la sua voce è solo un lontano ricordo, nonostante i miei tre tentativi giornalieri di chiamarlo (almeno tre, talvolta anche di più).
Mercoledì sera caso vuole che lo vedo collegato sul sito internet in cui ci siamo conosciuti, lo saluto e gli chiedo come va e come mai sia ancora in piedi vista l’ora in cui di solito va a dormire.
La sua risposta è stata abbastanza telegrafica: “Euiii :p come va ma il lavoro????? “.
Sapevo benissimo che intendesse “come va con la ricerca di un lavoro per me a Bologna”, ma considerando che nei suoi curriculum che avevo distribuito c’erano i suoi recapiti, forse era lui a dovermi dire come procedeva, per questo gli risposi dicendogli com’erano state le mie giornate in hotel precedenti e obbligandolo a rispondere per porre la domanda in maniera più chiara.
Nessuna risposta.
Da quel momento di nuovo un totale silenzio, continuando a non rispondere alle mie chiamate, notando che, nel mentre, lui usava il telefono per collegarsi ad internet.
Basta, anche se sono finocchio, questo modo di essere preso per il culo non mi piace (scusate la caduta di stile ma come dicono a Roma: “quando ce vò, ce vò).
Ecco quali sono le ragioni che oggi hanno condannato a morte non solo la potenziale nostra relazione, ma anche ogni eventualità per un’amicizia.
Ma, come avesse avuto un presentimento, o forse ha solo notato che l’ho cancellato dall’elenco amici FaceBook, cambiato lo stato sentimentale e bloccato il suo profilo in quel famoso sito, ha pensato fosse il caso di farsi vivo.
Come la volta scorsa è stata Aidan a parlare con lui ma, a differenza della volta precedente, con toni molto decisi.
Sia io che lei difficilmente siamo in grado di difenderci da certe persone, specialmente quando nutriamo per lo meno un affetto nei loro confronti, ma quando si tratta di difendere l’altro acquistiamo una forza ed una ferocia senza limiti.
Stavolta l’ha letteralmente sbranato vivo, io nel mentre ho ceduto ed una lacrima mi è sfuggita.
Erano tre anni e oltre che non riuscivo più a piangere, cioè da quando decisi di lasciare Mr. Micro, ma non ci tenevo particolarmente a riuscirci di nuovo, non con lui almeno.
Sinceramente parlando non ho molta voglia di continuare questo post, è un mix di sensazioni che, per ora, non voglio rimescolare, più che altro per non ridestare un dolore cupo e sordo che sto cercando di placare.
Certo è che, sia io che Aidan, a differenza di coloro che hanno sconvolto le nostre vite, ci alziamo al mattino e sorridiamo alla vita, senza mai lasciarci andare alle difficoltà della vita, continuando ad andare avanti, sorreggendoci e proteggendoci a vicenda.
Grazie Aidan!
Nei prossimi giorni potrò meglio esprimere ciò che sento dentro, per ora vi basti sapere che è finita.

Carrie

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