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Carrie: SIORRE E SIORRI VI PRESENTIAMO LA NEW ENTRy, IL GIGANTE BUONO!

Il bello della vita è che, nonostante un telefilm pieno di situazioni e ricco di personaggi come “Sex and the city”, la realtà ha ben molto di più da offrire: più occasioni, più persone,…più di tutto.
A volte non si ha nemmeno il tempo di trascrivere ogni istante della propria giornata, non io per lo meno, con i miei ritmi frenetici.
Ma di certe persone non puoi non parlarne ed è il caso del “gigante buono”, come lui è solito definirsi.
Conosciuto solo un paio di giorni fa, abbiamo subito legato parecchio, nessun fine scopatorio fra di noi, una semplice conoscenza per far si che potesse nascere un’amicizia nel vero senso della parola.
Lui, 24 anni, vive nel paese accanto a quello in cui io ho abitato per 15 anni, abbiamo fatto pure la medesima scuola ed avevamo quasi gli stessi professori.
Gli spunti per una bella chiacchierata non mancavano, così è stato.
Oggi, per voi che leggete sarà per lo meno ieri, ci siamo incontrati alla Stazione Centrale.
La giornata non era iniziata nel migliore dei modi: appena sveglio ho scoperto insieme a Baby che Pingu Pio, l’uccello di Aidan, è morto.
Stiamo parlando di un essere pennuto…
Faccio un salto al bar ed un tipo che conosco appena mi ha abbordato, un’evidente miglioramento.
Mi incammino verso la stazione per prendere il treno e, non appena svolto l’angolo, lo vedo passare, nuova caduta del livello di soddisfazione della giornata.
Ripiego su di un autobus e mi metto in viaggio per Bologna.
Appena scendo mi arriva un suo sms con cui mi avvertiva che avrebbe tardato, così il nostro incontro slittava alle 12:00.
Mi accomodo su di una panchina della fermata dell’autobus e mando qualche messaggio tramite FaceBook alla Camy da poco tornata single.
Nell’attesa sono stato abbordato altre 4 volte, con annessi numeri telefonici.
Arrivata (e superata) l’ora fatidica, mi arriva un nuovo sms per avvisarmi che sarebbe arrivato in 15 minuti, così ho continuato a guardarmi attorno osservando l’infinità di bei ragazzi che passavano.
Finalmente squilla il telefono, era proprio lui che chiamava per sapere dove fossi esattamente.
Scarta un passante, fai il giro del giardinetto, dribbla un autobus e mi vede: “sei quello con lo zaino azzurro?”.
Mi guardo attorno cercando di scorgere qualcuno al telefono che mi stesse fissando e…
Miky è fortunato, perché se non fossi realmente così preso di lui, le possibili conseguenze erano due soltanto: gli saltavo addosso e lo violentavo, oppure mi inginocchiavo e chiedevo di sposarmi.
Scherzi a parte, l’incontro non prevedeva nessuno dei due fini sopra citati, però devo ammettere che di tutti i miei canoni estetici lui ne rispettava davvero la quasi totalità, l’unico, forse, difetto è che è veramente un gigante.
Per farsi perdonare del ritardo mi voleva offrire il pranzo, ma teoricamente sarei dovuto andare da mia madre da lì a poco, così ho ripiegato su una semplice bibita.
Ci siamo messi passeggiare chiacchierando di noi, delle nostre esperienze, scoprendo piano piano che il suo ingresso in questo mondo di lustrini, fashion e sesso è avvenuto davvero fin troppo di recente.
Vedere la sua faccia interrogativa a sentir nominare parole come “battuage”, “rimming”, “fisting” o “gang bang” vi garantisco che mi ha suscitato perfino un po’ di tenerezza.
È un po’ come quando capitò a me di affacciarmi a questo mondo: intravedi un’isola al tuo orizzonte, ma non capisci che in realtà si tratta di un gigantesco continente.
Siamo persino andati in un sexy shop, ok lo confesso: non è vero, ce l’ho trascinato io, ma dovevo dimostrargli che non tutti i vibratori sono a forma di pisello e che esistono migliaia di tipo di lubrificanti per tutti i gusti e tutte le necessità.
Così, passando da un vibratore a un fallo, da un vibratore clitorideo ad un paio di manette, dall’altalena alle mutande edibili, fino ai lubrificanti ad acqua, quelli dilatanti o leggermente anestetizzanti, mi sono reso conto di quanto il mio atteggiamento fosse più da maestrina che spiega l’abc.
Nei prossimi giorni manca solo di doverlo interrogare per valutare il suo apprendimento.
“Oggi compito in classe: come si chiama quel punto d’incontro gay, solitamente raggiungibile in macchina, in cui si cerca da scopare? A. Bondage B. Beaumon C. Battuage?”.
Di sicuro è stato un bellissimo pomeriggio passato a parlare ed a ridere, tanto che da mia madre sono arrivato alle 18:30 anziché le 14, ma ridarei mille volte buca ancora a mia madre, il “gigante buono” è davvero un ragazzo solare e molto divertente, è un tipo alla mano, ancora non artefatto come il cliché gay bolognese vorrebbe e questo lo rende davvero unico.
Ovviamente, appena salutato, c’è stato il terzo grado da parte di un paio di amiche che avevano palesemente frainteso la situazione.
Non so ancora con quale nome chiamarlo, per ora mi limiterò ad un semplice “gigante buono”, ma non posso continuare così, ci penserò con calma nei prossimi giorni.

Carrie

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