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Carrie: DRAMMA IN DUE ATTI

A volte basta poco, una semplice conoscenza dell’ultimo minuto, per sconvolgerti, rivoluzionarti e fotterti un’intera giornata.
Mercoledi mattina esco dal lavoro dopo un turno di notte abbastanza tranquillo che, per i miei colleghi significa sonno garantito, ma per me tante piccole cose da mettere a posto.
Salgo sull’autobus, agguanto l’iPhone e inizio a sfogliare un po’ di profili vedendo chi c’era collegato.
Capito su due profili molto diversi dagli altri e così mi decido a mandare io un messaggio.
Con il primo ragazzo il dialogo è terminato quasi subito, con il secondo ha proseguito con scambi di veri e propri romanzi.
Capita a tutti di legare parecchio con qualcuno, è una situazione poco diffusa ma non impossibile.
Così la mattina è passata a scambiarsi messaggi, tranne una pausa di due ore che mi sono concesso per dormire un po’, stessa cosa il pomeriggio e la sera.
L’idea che mi stavo facendo di lui diveniva sempre più positiva: socievole, brillante, gentile, positivo,…tutta una serie di qualità che difficilmente trovano casa in una sola persona.
Forse è il nostro subconscio a decorare di pregi chiunque noi troviamo interessante, ma 56 messaggi di una certa corposità ciascuno (solo per stampare la cronologia ci sono voluti 10 fogli) non danno un’idea, descrivono minuziosamente come sia una persona, i suoi pro ed i suoi contro.
Certamente dietro ad uno schermo siamo tutti bravi a descriverci come angeli, monumentali esempi di perfezione trasformatisi in esseri umani, ma presto o tardi la verità viene a galla, il momento clou è quello dell’incontro.
Ma lui dimostrava di essere ben diverso nel suo modo di rapportarsi, probabilmente dovuto al suo essere sieropositivo da lungo tempo e tutte le sfide che questo ha comportato.
Così, ora dopo ora, il dialogo si fa sempre più intenso, fino a che non gli propongo di sentirci per telefono.
Un’ora e venti di telefonata fatta di dialoghi seri, risate e un’approfondimento della nostra conoscenza.
Via messaggio nel pomeriggio gli avevo chiesto di elencarmi 5 suoi pregi e 5 suoi difetti, fra i primi lui aveva citato “sono un buon ascoltatore”.
La Cortellesi, in questa situazione, avrebbe risposto in un solo modo: “Nei sei proprio sicuro? Non sarebbe il caso di riparlarne? Riparliamone!”.
Sarai anche un buon ascoltatore, ma con me ti sei sentito abbastanza a tuo agio da monopolizzare la telefonata.
Verso il termine della telefonata ho colto l’occasione per chiedergli quanto contasse l’aspetto esteriore per lui e con estrema tranquillità mi ha detto che preferiva l’essenza di una persona piuttosto che il suo apparire.
Dovendo in quel momento aiutare Aidan, gli ho detto che l’avrei richiamato in una decina di minuti e, dopo averlo salutato, ne ho approfittato per inviargli un paio di mie foto attraverso il sito.
Che il dramma abbia iniziò!
La risposta, per la prima volta in tutta la giornata, non arrivava a 3 righe e gentilmente mi veniva detto che non era interessato, oltre a cercare di tagliare frettolosamente ogni ulteriore dialogo.
Fortuna che l’apparenza non contava, ma forse era limitato al campionario dei modelli Vogue 2012.
Non sto a dirvi i messaggi successivi, ma visto che non si era mai e poi mai parlato di una frequentazione avente come fine ultimo la relazione, mi domando quali castelli in aria si fosse costruito lui nel frattempo.
Di solito sono io quello che commette un simile errore, ma almeno impiego qualche giorno, un paio di settimane al massimo, qui si batte ogni record…
Nell’ultimo messaggio che gli ho mandato gli ricordavo che esisteva pur sempre l’opzione amicizia e lui, non cogliendo la sottile battuta nascosta nelle mie parole, confermava tale intenzione.
Ovviamente da quel preciso istante non si è più fatto vivo.
Decido quindi di pensare solo all’appuntamento di ieri, un incontro di solo sesso con un tipo conosciuto qualche giorno prima.
Il dramma continua!
Le foto che mi aveva mandato probabilmente risalivano a qualche (per essere ironico) anno prima, come pure l’ultima volta che ha usato una bilancia visto che sosteneva di pesare 70 kg e la sua pancia ne dimostrava molti di più.
Esteticamente era l’esatto contrario del mio stereotipo di uomo, il che complicava notevolmente la situazione.
È vero che non mi soffermo sul lato esteriore, ma questo vale per la ricerca di una relazione, se è solo sesso chi se ne frega di come uno è dentro, ci vuole anche una certa presenza.
Ma la cosa più traumatica è un’altra: era uno Sbrodolone.
Con questo termine si indicano tutte quelle persone che, mentre vi state baciando, iniziano a leccarti tutta la faccia, collo o orecchie, lasciando sulla tua testa un velo di saliva che la ricopre completamente.
Disgustoso!!!!!
Per non parlare dell’odore, un po’ più attenzione alle parti intime non avrebbe guastato.
Dopo essere stato sbavato, schiacciato dalla sua pancia e asfissiato, la serata si è conclusa con una banalissima sega.
È vero che in guerra ogni buco è trincea, ma la mia “sala giochi” ha accuratamente evitato di dare segni di vita, non sono mai stato così orgoglioso del mio pisello e del suo auto-controllo.
Uscito da quella casa il mio solo obbiettivo era trovare il prima possibile una fontanella in cui potermi lavare la faccia, in caso contrario raggiungere velocemente casa per farmi una nuova doccia, possibilmente con i vestiti addosso per rimuovere anche da loro ogni minima traccia dello Sbrodolone.
Ora, sinceramente, non ho più intenzione di lanciarmi in strane avventure, voglio solo rilassarmi e cercare di dimenticare questa esperienza orribile.
Vi giuro, essere in mano ad uno Sbrodolone è paragonabile solo a 100 lumache che decidano di correre la maratona sulla vostra faccia.
Ok, mi stanno tornando i conati e, forse, stanno venendo pure a voi, spero di avere migliori notizie nel mio prossimo post.
Carrie

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1 commento

  1. benvenuta in convento, sorella!
    scegliti un nome, intanto ti preparo la tua cella con bagno incorporato e stanzino-armadio.
    Suor Francesca
    Badessa dell'ordine delle Stufe Zitelle dei Sette Mari! ;-p

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