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Carrie: IO, LUI E L’ALTRO

A volte ho la netta impressione d’essere io a sbagliare approccio alla vita, il che spiegherebbe molte cose.
Non esiste un modo “corretto” di vivere, tutt’al più tanti modi differenti per farlo.
Forse ho scelto proprio quello più difficile.
Di tanto in tanto mi chiedo se ne valga la pena, è certo che la serietà che richiedo mi permette di scremare tutti coloro che indossano una maschera, ma riduce di molto il numero di persone da incontrare.
Sarebbe molto più facile lasciarsi andare, adeguandosi al modus vivendi tipico del mondo gay, ma per fare ciò dovrei venire meno ad alcuni lati del mio essere.
Così, mentre rifletto su come approcciarmi alla vita, continuo a fare i conti con le conoscenze sbagliate.
Questa volta la location è al nord, un ritorno alle origini se così vogliamo dire, visto che si parla della stessa città dove conobbi il mio primo fidanzato: Pavia.
Tutto ha avuto inizio con la mia risposta ad un annuncio online di un ragazzo in cerca di relazione postato su di un famoso sito web.
È iniziato fin da subito un intenso scambio di e-mail, tradottosi in pochi giorni in uno scambio di sms e telefonate della durata media di 2 ore.
Non c’è voluto molto perché entrambi ci affezionassimo a vicenda, ma già dal precedente week end era scattato il primo campanello d’allarme: per due giorni non si è fatto vivo e nemmeno rispondeva ai miei messaggi o squilli.
Solo il terzo giorno ho riavuto sue notizie, motivandosi con una serie di cose da fare e problemi da risolvere, così il dialogo riprese senza troppi problemi.
Avevo anche pianificato di fargli una sorpresa sabato scorso, era infatti mia intenzione andare a Pavia nel pomeriggio per incontrarlo ed invitarlo a cena.
Il caso (o la fortuna?) ha voluto che la sera prima io uscissi, dando libero sfogo al mio lato da alcolista, lasciandomi per l’intera giornata di sabato una spossatezza spaventosa insieme a tutti i postumi di una sbronza di tutto rispetto.
Così non mi restava altro da fare che rimandare il mio viaggio.
Verso le 22:30 gli mando un messaggio e lui mi risponde: “Bene grazie Davide. E tu? Buon sabato sera. Sei in giro? Io stasera sono in compagnia di..mmm…non te lo dico…”.
Non ci vuole un genio per capire che l’uscita fosse con un ragazzo.
Già qualche giorno prima ne avevamo parlato, o meglio ne aveva fatto cenno lui chiedendomi se stessi conoscendo anche altre persone, scoprendo di non essere il solo nel suo orizzonte e che, se fosse esistita una classifica, mi sarei stabilito a cavallo fra il primo ed il secondo posto.
Sapere di non essere il solo non mi ha turbato, in fin dei conti lo reputo normale ed in più mi ha permesso di non riversare speranze in una conoscenza di cui non avevo idea degli sviluppi.
Quasi un’ora più tardi mi arriva un suo nuovo sms: “Tu sei in giro Davide?”.
Ero a casa di Camy a dar da mangiare ai suoi pesci e, nel mentre, ripristinare il mio iPhone.
Dopo un breve scambio di messaggi gli chiedo come stesse procedendo l’appuntamento e mi scrive: “Abbastanza bene dai…credo che stasera mi fermero’a casa di una certa persona…é la seconda volta comunque…”.
Ecco, questo mi ha fortemente infastidito.
Era sufficiente un “Tutto bene grazie” o qualsiasi altra risposta più delicata e diplomatica, mentre così l’ho considerata anche poco rispettosa nei miei confronti.
Oltretutto mi aveva parlato di alcune persone che aveva conosciuto nel frattempo, ma nessuna degna di nota o con un precedente che avesse lasciato un’impronta positiva, il che nutriva ulteriormente il mio disappunto.
Probabilmente l’ha capito anche lui, visto che una ventina di minuti dopo mi ha scritto nuovamente dicendo che mi avrebbe chiamato il giorno dopo per parlarne.
Forse il mio silenzio è stato sufficientemente esaustivo, visto che per tutta la giornata di ieri e fino ad ora non si è fatto vivo, nemmeno un sms.
Fortuna che la serata alcolica di venerdì mi aveva fatto desistere dalla mia improvvisa visita a sorpresa a Pavia, immaginate la figuraccia se, una volta arrivato a destinazione, mi avesse detto che non poteva incontrarmi, tantomeno accettare l’invito a cena, perché già impegnato con l’altro.
Di nuovo questo copione: io che giro pagina non senza una punta di delusione, ma ormai mi ci sto abituando.
Non so se ci sarà mai la telefonata chiarificatrice, forse non sono nemmeno sicuro di voler scoprire ulteriori dettagli sulla sua “conoscenza” con l’altra persona.
Per il momento voglio dedicare un po’ di tempo a me stesso per poi rimettermi in gioco.
Carrie

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