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Carrie: ESISTO ANCORA

“Ahi ahi ahi”, solevan così le nostre nonne iniziar sovente un discorso.
Ops, scusate, in questi giorni sto ri-leggendo i Promessi Sposi e mi sono lasciato andare allo stile di Manzoni.
Altro sabato sera, stavolta Miranda è riuscito a convincermi ad uscire nonostante una ferrea resistenza alla sua proposta durata tre secondi.
Ebbene si, se restavo chiuso in casa ancora un giorno e mi sarei fatto frate.
Come da consuetudine siamo venuti al Red, luogo in cui non posso avere grosse aspettative in fatto di conoscenze.
Ho la mette concentrata sull’appuntamento di martedì con Mr. Groß, un ragazzo che conosco ormai da tempo in chat, ma che non ho mai avuto modo d’incontrare.
La Germania non è dietro l’angolo.
Miranda è scatenata stasera, la diva indiscussa del locale.
Io…continuo a scrutarmi attorno per cogliere quei piccoli dettagli, quelle storie raccontate dai piccoli gesti.
Ci sono, ad esempio, tre ragazzi giovanissimi, due dei quali fidanzati, che stanno allegramente parlando.
I due impegnati sono abbracciati, ma uno dei due, nascosto dal buio e dalla confusione, ne approfitta per tenere le proprie dita intrecciate a quelle dell’amico, che, a quanto pare, non è solo tale.
Quante storie potrei raccontarvi, quante avventure e quante scene disgustose di ragazzetti appena maggiorenni e di origini asiatiche più prostituti che innamorati.
Ma è questo il nostro mondo, fatto di eccessi ed estremismi, fatto di sesso imperativo e di amore secondario.
Perché condannarlo?
Io non ho di certo l’autorità per farlo, tantomeno la voglia.
Ognuno è fatto a suo modo, quello fuori luogo qui dentro sono io.
Alzo gli occhi e…wow, Lady Poia stasera è stra-carica, una vera forza della natura.
In fin dei conti mi manca il lavoro in discoteca, ma quello alle mie condizioni, fatto di trasgressione, di movimenti non proprio casti e puri, di vestiti estremi e, perché no, anche la mia cara frusta da due metri e mezzo.
No, non sono un master, tantomeno un dominatore e queste pratiche non fanno per me, però era coreografica e, quindi, parte integrante di me.
Non come al Dok. Bellissimo posto ma non puoi tarpare le ali alla mia creatività per i tuoi canoni, io non ho canoni. Io NON voglio avere canoni.
Io sono un’espressione in ogni mia singola canzone, in ogni singolo gesto o movimento, non puoi standardizzarmi o ucciderai la mia essenza, proprio come è accaduto lì.
Cambiando discorso, è proprio vero: la maledizione dei cubisti esiste.
Non si riesce a passare da “re” della serata (talvolta anche regina) a semplice cliente.
Ormai hai imparato a divertirti con tutti gli occhi puntati su di te, come puoi sentirti a tuo agio nella mischia?
È come chiedere ad una farfalla di perdere i suoi colori per non indispettire le mosche.
Nota decisamente positiva è la comparsa all’orizzonte di un candidato al posto vacante di Charlotte.
Ebbene si, ci sono state situazioni che mi hanno portato a cambiare radicalmente la mia opinione nei suoi confronti.
A torto o a ragione che fosse, l’educazione, la correttezza ed un pizzico di comprensione sono sempre dovute, ma certa gente proprio non lo capisce.
Quindi, in attesa di valutare la Charlottosità del candidato, vi saluto e chiedo scusa per questo imperdonabile silenzio.

Carrie

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