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Carrie: ALEXANDER 2° parte


Passarono solo due giorni prima che Alexander mi telefonasse per la prima volta, alla quale ne seguirono molte altre con cadenza quasi giornaliera.
Ogni volta cresceva in me sempre di più l’interesse di conoscerlo meglio ed alla fine mi feci coraggio e lo invitai a ballare la sera dopo all’appuntamento gay del Kinky.
Quella sera credo di aver passato in bagno oltre due ore per prepararmi, dovevo essere perfetto!
Quando arrivai al locale c’erano già tutti i miei amici ad aspettarmi, anche se è più corretto dire che erano più interessati al mio accompagnatore.
Restarono un po’ delusi nel vedermi arrivare da solo, ma spiegai subito che sarebbe arrivato a mezzanotte.
Ed ecco il verificarsi della classica scena da film: 15 gay schierati davanti alle scale del Kinky intenti a scrutare ogni singolo movimento in attesa della fatidica entrata.
Ma superata la mezzanotte senza nessuna sua notizia e con la musica che faceva da richiamo, ecco che il gruppetto all’entrata iniziava a perdere qualche suo componente che, stufo di aspettare, si lanciava in pista o iniziava la caccia per trovare un maschietto per quella serata.
Ormai mi stavo per arrendere anch’io, oltretutto nel locale il telefono era senza segnale.
Decisi di uscire per vedere se avesse provato a chiamarmi ma nulla, segreteria vuota.
Mi resi conto di avere pochissimo credito ed iniziai la caccia ad una cabina telefonica, composi il suo numero e rispose: “Ciao tesoro, ti stai divertendo? Io sono a casa tutto solo.”.
A casa? Ma doveva essere qui quasi un’ora fa!
Mi spieghó che era davvero troppo stanco per muoversi, ma se volevo potevo andare io da lui.
Si certo, perché la gente normale all’una di notte passata salta sulla macchina per andare fino a Milano da un ragazzo!
Lo feci.
Arrivai alle 4 del mattino e appena uscito dal casello mi fermai, gli feci uno squillo e lui mi raggiunse per mostrarmi la strada di casa.
Lasciata la macchina in un garage iniziammo a camminare per una strada che, per quanto ero concentrato su di lui, nemmeno stavo considerando.
Arrivammo davanti ad un portone e salimmo fino all’ultimo piano.
Un attico da far venire i giramenti di testa!
Mi fece accomodare sul divano, lui se ne andò nella stanza accanto e tornò con una coca cola.
Si sedette accanto a me ed iniziammo a parlare mentre lui sorseggiava ignaro della mia sete.
Passata una buona mezz’ora si alzò e, subito prima di tornare nella stanza adiacente, mi chiese se avessi sete.
“Giusto un po'” gli dissi, non volevo fargli pesare la sua scarsa ospitalità dimostrata con la lattina precedente!
Tornò con una nuova lattina, si mise a sedere con la gamba attaccata alla mia, aprì la lattina ed iniziò a bere.
Scusa ma mi hai anche chiesto se avessi sete!
Ma all’improvviso mi si avvicinò, capii che stava per baciarmi ed io non feci assolutamente nulla per impedirglielo.
Appena le nostre labbra si saldarono accadde però l’inaspettato: lasciò scivolare dalla sua bocca la coca cola per farmi bere.
Non avendo minimamente immaginato questo, mi ritrovai a tossire disperatamente con la bibita credo persino nelle orecchie.
Ripreso a respirare normalmente mi prese per mano e andammo in camera da letto.
Il giorno dopo partii molto tardi, ma il lavoro mi aspettava e così facemmo la doccia insieme (e non solo quello) e scappai per tornare alla macchina.
Il bello fu che appena superai il portone vidi quella strada sotto una nuova prospettiva, alla luce del giorno: ero in piena via Montenapoleone!

Carrie

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