2018

Carrie: LA RESA DEI CONTI

Talvolta siamo così certi che tutto stia andando bene che, nonostante mille cose che non funzionino correttamente, ci aggrappiamo con tutte le nostre forze all’idealizzazione della nostra convinzione.
Ebbene si: lui non era Big (adesso mi toccherà anche modificare tutti i precedenti post per dargli un nomignolo diverso, giusto per appesantire il macigno che già sto portando sulle spalle).
Ad essere sinceri non c’è stata una vera rottura, ma certamente i segnali inequivocabili che mi ha mandato sono sufficienti per farmi aprire gli occhi.
Una settimana fa la nostra ultima telefonata, tutto perfetto e lui dolcissimo.
Improvvisamente scompare nuovamente, nonostante che a breve avremmo dovuto fare il biglietto aereo per il suo rientro in Italia.
A due giorni dalla data del suo rientro, nonostante i miei messaggi, ancora nessuna sua risposta.
Un po’ seccato, gli mando un messaggio con scritto: “Ciao, hai intenzione di rispondermi un giorno?”.
Da quel momento la situazione è precipitata completamente.
Per prima cosa dal giorno dopo non potevo più mandargli messaggi perché aveva settato la privacy in modo da impedirlo.
Sul momento credevo mi avesse bloccato, così ho creato un secondo account per accertarmene ed ho scoperto che nessuno può più mandargli messaggi tramite quella piattaforma social.
Decido quindi di provare a chiamarlo tramite Skype, ma non avendo indicazione di quando sia collegato o meno, tutti i miei tentativi sono finiti a vuoto.
L’ultima possibilità rimasta era mandare un’email, anche se personalmente la trovo molto squallida.
Ho cercato di spiegare che, nel bene o nel male, una risposta sarebbe stata gradita, che speravo ci fosse una spiegazione al suo silenzio e le mie speranze che non fosse un addio.
Dopo 36 ore ho la prova certa che sia stato definitivamente bloccato su quel social che usavamo per sentirci.
Non una risposta.
Non un vaf####ulo.
Non un addio.
Nulla.
Non so voi, ma a me sembra fin troppo evidente che la relazione sia finita.
Avrei preferito sapere il perché, forse sarebbe più facile metabolizzare il tutto, o forse mi farebbe soffrire solo più di quanto già non faccia, ma le cose stanno così.
Di tanto in tanto mi fermo a pensare a cosa potrebbe mai accadere se lui un giorno si facesse vivo additando chissà quale scusante.
Non è così al momento e non voglio nemmeno pensarci, se mai dovesse accadere rifletterò sul momento su come comportarmi, anche se in parte spero non si faccia sentire mai più.
In questo momento sono nel pieno della prima fase post-rottura: il rifiuto.
Sto ancora cercando di metabolizzare quanto successo, cerco cause che non riesco a vedere (o che non voglio vedere), ma mettere insieme i cocci non è sempre possibile, stavolta credo sia un puzzle troppo complicato anche per me.
Spero di iniziare presto le fasi successive, non ho intenzione di vegetare in un limbo come fatto in passato per qualcun’altro.
Quindi ben vengano le fasi della rabbia, del vittimismo, della depressione, per finire con quella dell’accettazione e poter tornare a rimettermi in gioco.
Una cosa ve la prometto: mi terrò alla larga dalle canzoni della Tatangelo e dai loro effetti distruttivi.
Riuscire a scherzarci un po’ subito, mi fa capire di essere a pochi passi dallo step successivo per poter stare meglio un domani.

Carrie

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