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Carrie: LA MAMMA E MIRANDA

Carrie: LA MAMMA E MIRANDACi sono momenti nella vita che nella mente ti palesa fin da subito come andrà a finire una certa situazione, per quanto mi riguarda questo è avvenuto qualche settimana fa con l’incontro fra Miranda e mia madre.
Avevo chiaro fin da subito come sarebbe andata a finire, aspettativa che non è stata disattesa: una Caporetto, è come mettere in una gabbia un leone ed una tigre entrambi affamatissimi.
MIranda aveva bisogno di sfogarsi, ma una semplice conversazione telefonica non sarebbe bastata, aveva bisogno della mia presenza fisica, così ha deciso di raggiungermi nel comune dove abitano i miei, sperduti nell’Appennino bolognese.
Abbiamo chiacchierato per più di un’ora dopo avergli fatto vedere il paese, cosa che aveva richiesto 5 minuti di orologio (specialmente se consideriamo che l’attrazione principale è la chiesa che, se vista frontalmente, ricorda una scatola da scarpe con un vibratore in posizione eretta accanto, che sarebbe il campanile).
Riavvicinandoci alle nostre macchine abbiamo anche incontrato una delle mie più vecchie amiche, ormai madre di due bellissimi ed agitatissimi bambini.
Poi, al momento dei saluti, Miranda se ne esce con l’unica domanda che, in cuor mio, speravo non facesse: “Mi fai vedere dove abitano i tuoi?”.
Detto fatto, già mi immaginavo Miranda a parlare del fatto che fossimo gay con quella nazista moderata di mia madre, concludendo la mia vignetta mentale con loro due che si azzuffavano tirandosi i capelli a vicenda, anche se, conoscendo mia madre, era più probabile che Miranda le tirasse i capelli mentre lei lo prendeva a cazzotti.
Così siamo andati fino a casa dei miei e l’ho fatto entrare presentandogli mio padre (che si è dileguato in pochi minuti) e mia madre.
Anche se ascoltavo i loro discorsi, cercavo di mantenere una posizione neutrale, una versione svizzera di Carrie in attesa dell’inevitabile esplosione, fingendo di guardare la televisione.
Non è possibile far conciliare due personalità così differenti come le loro, prima o poi sarebbe stata pronunciata la frase o usato il tono sbagliato; sono bastati infatti una ventina di minuti in cui Miranda ha ripetuto troppo spesso la frase: “Ma lei non capisce” per innescare l’ordigno.
Per prima cosa mia madre se ne è uscita con: “Ma lo sai che facendo così ti rendi antipatico?” Per poi concludere con un “sei presuntuoso”.
Di certo la sua frase: “Ma suo figlio gira con la borsa per il paese” non è stata d’aiuto, come pure “Ma se io e suo figlio decidessimo di sposarci… ha avuto come risposta una semplice affermazione da parte di mia madre che io già mi immaginavo: “Lo diseredo, anche se sposasse una donna, io non lo riconoscerei più”.
Ovviamente l’incontro fra i due non si è prolungato di molto, specialmente quando Miranda ha affermato che il posto “non è molto bello, a parte il paesaggio”.
Sentendo proferire quelle parole e notando un rigonfiamento di una vena sulla fronte di mia madre, ho colto l’occasione per dividerli riaccompagnando il nostro ospite lungo la strada per Bologna.
Fortunatamente non c’è stato nessuno scontro fisico fra i due, anche perché sapevo benissimo chi avrebbe avuto la meglio fra i due.
Giunti nuovamente in paese ed indicata la strada da fare a Miranda, ha ammesso che mia madre è una donna impossibile.
In fin dei conti queste situazioni mi divertono, per anni gli avevo detto che tipo di persona fosse mia madre e del fatto che quando avevo 4 anni il soprannome che le avevo dato fosse “Il mio dolce dobermann”, ma le persone, finché non hanno modo di conoscerla di persona, sottovalutano sempre le lamentele di un figlio.
Ora so per certo che Miranda non verrà più a trovarmi, o per lo meno, non verrà mai più a casa dei miei.
Per il resto qualche novità da raccontarvi ce l’ho: ho un nuovo lavoro presso una società che vende online abbigliamento da uomo di lusso, anche se onestamente preferisco la moda femminile, ed a breve finalmente incontrerò il ragazzo cubano di cui (credo) di avervi parlato qualche tempo fa, persona che ormai conosco da un anno, anche se non sono ancora riuscito ad incontrarlo di persona per via di una serie di situazioni assurde, prime fra tutte l’intervento che ho subito l’anno scorso.
Concludo facendo gli auguri ad una persona che, se fino a qualche tempo fa mi era ancora cara, ad oggi mi è del tutto indifferente, ma essendo lui il protagonista della mia storia più duratura, credo sia doveroso da parte mia almeno un gesto simbolico alle soglie del suo 37esimo compleanno: tanti auguri Mr Micro!

Carrie

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