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Carrie: EVOLUTION

Come ogni mattina, appena sveglio, il primo impulso è stato quello di mandare un sms a K per augurargli il buon giorno.
Qualche ora dopo una sua chiamata ed ecco arrivare la sorpresa: oggi mi viene a trovare in hotel!
Mentre me lo diceva stavo mangiando ed ho azzannato le bacchette cinesi, nel vero senso della parola, ho lasciato il segno dei denti impresso nel legno.
Non sono un ragazzo che chiede mari e monti, mi accontento di piccoli gesti e, una cosa del genere, per me è tantissimo.
Molte altre persone hanno fatto molto meno, ma lui, nonostante il problema dei mezzi pubblici, ha deciso di venire a trovarmi.
Non sto nella pelle, sono euforico e, anche se mi aspetta una giornata molto pesante al lavoro, niente potrà intaccare questo momento.
Sono un bambino al suo primo giorno di scuola: eccitato, intimorito, felice, isterico e qualcos’altro che non so descrivere.
Ci sono emozioni che non possono essere trascritte sulla carta, hanno un’intensità tale che nessuna parola, nemmeno inventandola appositamente, potrà mai descriverle minimamente.
È il nostro vocabolario ad essersi infeltrito o certe emozioni difficilmente possono essere descritte?
Cos’è questa sensazione di panico che avverto dentro di me? Sono più agitato adesso che non quando mi ha baciato per la prima volta.
Allarme rosso: cotta in corso.
Nooooooooooooooo!
Ormai sono arrivato al lavoro, ci aggiorniamo con il “post K”.
A dopo.

Rieccomi, reduce (nel vero senso della parola) dall’incontro con K e da un suo sms in cui ha posto in firma la famosa sigla tvb -ti voglio bene.
Che dire…
Oggi si è presentato con ancora addosso gli abiti da lavoro, sporco di vernice e polvere, un velo di barba,… in parole povere il sogno erotico di oltre la metà dei gay viventi.
I miei tentativi per dei bacini fugaci sono completamente svaniti al suo primo bacio da manuale: non mi sarei staccato dalle sue labbra per nulla al mondo.
È andato via da appena 3 ore eppure mi manca.
Sta avendo un forte ascendente su di me ed in parte mi spaventa, ho paura di legarmi, ma al tempo stesso sento crescere la voglia di passare sempre più tempo con lui.

Sorpresa sorpresa: Anthony e Luke mi sono venuti a prendere al lavoro ed hanno portato anche K!
Una serata tranquilla passata in una baracchina dei gelati a Borgo Panigale da alcuni miei amici e poi a casa.
Il programma casalingo prevedeva la visione del film “2012”, ma i miei grattini e carezze hanno avuto la meglio su di lui che, già al 20esimo minuto di film, iniziava a crollare dalla stanchezza.
Al mattino dopo siamo rimasti accoccolati a letto, io appoggiato al suo petto mentre lui, tanto per cambiare, era intento a giocare con l’iPhone.
Ad un certo punto, mentre io cercavo di rivestirmi, me lo ritrovo sdraiato di traverso sul letto, con quel suo perfetto sedere all’aria, da sentire l’irrefrenabile impulso di avere una foto di quella visione da tenere sempre con me.
Peccato che, appena ho preso il cellulare con una scusa, lui sia scattato con l’intento di rivestirsi.
Mi sono dovuto accontentare di una foto del lato anteriore.
Più tardi l’ho accompagnato fino in centro a Bologna perché doveva andare da suo zio, mentre io poi avrei dirottato il mio percorso verso l’hotel.
È stato proprio mentre andavo al lavoro che ho telefonato ad Anthony per chiederle cosa ne pensasse di un mio dubbio verso K.
Stare con lui mi fa stare benissimo, mi sento rasserenato, mi fa ridere, sa dire cose dolcissime anche se spesso non si rende neppure conto di farlo.
Eppure c’è un “ma” in tutto questo, un iceberg nel mio orizzonte.
Potrebbe essere solo una piccola cosa, un mio pensiero farlocco, ma anche la rivelazione di un ostacolo o un problema fra di noi.
Sto parlando della fisicità, che, pur essendoci state occasioni simili in passato, si sono sempre svelate essere a “senso unico” lasciandomi completamente illibato.
Lo so che non si può basare un inizio di storia in base al sesso, ma credo sia lecito porsi delle domande a tal proposito, specialmente quando non si è mai stati toccati o sfiorati nell’area della “sala giochi”.
Probabilmente è soltanto una mia paranoia, un domani, rileggendo queste parole, ci riderò forse sopra dandomi dello sciocco.
Ecco allora i miei neuroni sovraeccitarsi nello spasmodico tentativo di trovare una spiegazione ed eccola, potenzialmente credibile.
Eccone un’altra, no questa è assurda, quella dopo sa molto di fiaba melensa in stile Cenerentola, forse è stato per questo, è plausibile e credibile, altrimenti… Oddio a questa ipotesi non ci voglio nemmeno pensare.
Vediamo un po’ cos’ha elaborato il mio cervellino bacato.
Ipotesi 1: forse sono stato troppo frettoloso io, mentre lui preferisce fare le cose con maggiore calma non disdegnando però la mia irruenza. Poco credibile, ma possibile.
Ipotesi 2: aspetta che sia io a prendere l’iniziativa e metterlo in condizione di dover partecipare attivamente. Non amo molto questa eventualità, preferisco persone decise e che sanno ciò che vogliono (e che si deve fare, lasciando a loro di tanto in tanto l’iniziativa).
Ipotesi 3: è il classico tipo che si mette a pancia all’aria e lascia che sia l’altro a far tutto. Poco allettante, non resisterei a lungo, ne ho già avuto abbastanza di Mr. Micro.
Ipotesi 4: non gli piaccio fisicamente e, di conseguenza, non prova alcuna attrazione sessuale verso di me, ma gli fa comodo avermi a disposizione per un qualche giochetto di tanto in tanto. Questo spiegherebbe la cosa, ma non il fatto che cerca continuamente il contatto fisico con me ed i miei baci, sarebbe un controsenso in termini.
Ipotesi 5: si sta prendendo gioco di me per non restare da solo. A questa nemmeno ci voglio pensare. Che senso avrebbe venirmi a cercare in hotel, programmare di venirmi a prendere a fine lavoro per fare una sorpresa e tutto il resto?
Ipotesi 6: essendosi legato molto a Luke, che a sua volta si sta frequentando con Anthony, io sono il tassello di congiunzione perfetto perché lui non venga allontanato a causa della nuova “compagna”. Questa è la più disgustosa di tutte.
Preferisco evitare tutte le altre, sono una più fantasiosa dell’altra e delineerebbero una mentalità psicotica, se non fosse che mi si deve riconoscere che la situazione di partenza me lo permetterebbe.
Sono sempre più convinto che dovrò affrontare la cosa e parlargliene, almeno per darmi pace o ricevere subito la mazzata e soffrirne meno di quanto farei se aspettassi ancora.
Per il momento mi limiterò ad aspettare domenica e la gita su in montagna dai miei insieme a lui, Anthony e Luke.

È arrivato il gran giorno e, come immaginavo, è stata una giornata stupenda.
Finito di lavorare mi sono fatto una bella doccia, mi sono cambiato e, tutti insieme, siamo partiti verso la casa dei miei.
All’inizio del viaggio K. si è attaccato subito al mio iPhone per giocare ma, grazie all’intervento di Anthony, ha smesso con la stessa velocità con cui ci si era lanciato.
Qualche tappa per alcuni impegni di Luke e poi destinazione montagna per una bella cena a base di cucina tradizionale casalinga.
Appena fatte le presentazioni ai miei genitori, ecco realizzarsi la scena più improbabile di tutte: mio padre e K. impegnati a parlare, ridere e scherzare.
Il mondo si è ribaltato.
Uno sguardo al paesaggio e subito dopo di corsa sulla cima della montagna, mio vecchio rifugio adolescenziale, nonché luogo di perdizione passata.
La cena, a base di lasagne e carne alla griglia, è stata molto tranquilla grazie alle risa dell’allegra compagnia.
Una volta terminata, quattro passi attorno a casa per smaltire quel senso di pesantezza che avevamo programmato fin da subito, per lo meno io l’avevo fatto conoscendo la cucina di mia madre.
Sarebbe stato bello vedere nel buio della montagna lo scintillare di migliaia di lucciole, ma era ancora troppo presto e ci siamo dovuti accontentare della comparsa delle prime stelle.
Nel viaggio di ritorno K. è stato per tutto il tempo accovacciato su di me a farsi coccolare e baciare, si è perfino addormentato, riaprendo gli occhi a pochi minuti da casa mia.
È stata una giornata stupenda, piena di emozioni e momenti dolcissimi.

Quella sera, a casa tutto solo, mi sono sdraiato sul letto ed avvinghiato al cuscino sul quale aveva dormito due sere prima, sperando di addormentarmi respirando il suo profumo in esso intriso.

Carrie

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