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Carrie: PEARL HARBOR

Venerdì 01/02/2013
I momenti più brutti della vita sono certamente le fasi agonizzanti che caratterizzano relazioni e conoscenze.
Così, nonostante i miei svariati tentativi, devo irrimediabilmente mettere la parola fine alla conoscenza col guagliuncello.
Ho provato a dargli una nuova possibilità quando sparì per quasi tre giorni, una seconda quando è sparito per cinque giorni, oggi la nuova presa per il culo.
Chiunque abbia letto il blog fin dagli albori sa benissimo quale sia il mio rapporto con la mia nonna materna: per me lei è morta il 19 giugno 2009, giorno in cui mi ha ufficialmente sbattuto in mezzo alla strada (non prima però di rubarmi il vibratore!).
Fortuna che al tempo avevo la possibilità di poter far conto sul mio fidanzato di allora: Mr. Micro, altrimenti avrei dovuto davvero dormire sotto un ponte.
Ora la “vecia babbiona”, soprannome che molto affettuosamente le ho donato, è completamente uscita di senno e non fa altro che sragionare.
Tutta la cattiveria che ha dimostrato di nutrire verso di me ha lentamente logorato quel poco di affetto che ancora nutrivo per lei, fino ad estinguersi completamente, anche se resterò convinto per il resto della mia vita che dietro a tutto questo ci sia quell’essere viscido e infame di mia zia.
Oggi la guardo e vedo solo una donna anziana completamente svitata.
Quella non è mia nonna, una nonna non sbatte fuori di casa il nipote perché deve andare in villeggiatura, non lo tratta come l’essere più ributtante del pianeta solo perché suo nipote è finocchio, non crede ciecamente alle parole di una sola figlia in guerra perenne con la sorella, tanto da cercare di mettermi persino contro mia madre per i suoi fini meschini.
No! Una nonna è tutto il contrario!
Purtroppo la mia vera nonna, quella paterna, con la “N”. Maiuscola, è venuta a mancare molti anni fa, era lei per la quale piangevo di gioia solo all’idea di andarla a trovare, solo lei sapeva capirmi con un semplice sguardo, esclusivamente con lei non piangevo se cadevo e mi facevo male.
Lei c’era, incondizionatamente ed incondizionatamente mi amava.
Lei è mia nonna, non quell’essere privo di ragione che ieri guardavo dormire nel suo letto, colei che ho provato ad amare ma che ha rifiutato il mio affetto.
E tutto questo ha scatenato il tracollo: il guagliuncello ha ben pensato di sfruttare il mio risentimento verso di lei per farsi due sane risate insieme a qualcuno, mettendomi in vivavoce ed istigandomi a parlare di lei.
Come se fossi nato ieri…
Ho liquidato frettolosamente la telefonata e mi sono rimesso al lavoro, ma il tarlo del dubbio è rimasto e continuava a intrufolarsi nei miei pensieri, così gli ho mandato un sms:

“Sarei curioso di sapere chi c’era con te, si sentiva chiaramente ridere in sottofondo… A dopo”.

La sera ho provato a chiamarlo ripetutamente ma senza risposta (sai che novità) quindi gli mando un messaggio di ultimatum:

“Credo che un chiarimento sia necessario. Io riprovo di nuovo alle 21:30, clienti permettendo, mi aspetto che tu risponda. A dopo”.

A nulla sono valse le 5 chiamate, mai una volta che si sia degnato di rispondere.
Pensare che, col primo messaggio, gli avevo concesso svariate ore per pensare ad una qualsiasi scusa da inventarsi per spiegare quelle risatine.
Invece nulla, il silenzio, così ho mandato un ultimo sms in cui ho riversato tutto il mio risentimento:

“Ti avevo detto che sarebbe stata una telefonata importante, eppure niente da fare, nessuna risposta. Spero ti sia divertito a prendermi per il culo in tutti questi mesi! Ma il più coglione sono stato io a permettertelo. Spero di sbagliarmi, ma sembrava fin troppo evidente che fossi in vivavoce prima, almeno per te valgo qualcosa nei panni del pagliaccio, vi siete fatti due sane risate alle mie spalle (e credo di sapere anche chi fosse l’altra persona). Cancella il mio numero, non voglio sentirti MAI più! Un solo piccolo consiglio: smettila di prendere per il culo la gente, un domani finirai col pentirtene.”.

A dire il vero questa non è la prima stesura, dopo averne scritto uno di getto, ne ho subito messo giù un secondo che ho poi riletto ed aggiustato varie volte, la versione originale era troppo cattiva, anche per lui.
In più Miranda è corso subito da me, nonostante fosse a cena con una sua amica, ha mollato tutto e tutti per correre in mio sostegno, così ha avuto modo di conoscere Baby e molestarlo quel tanto che bastava per mettermi in imbarazzo.
In questo preciso istante sono un po’ demoralizzato, probabilmente i Mr. Big si sono estinti come hanno fatto i dinosauri, oppure sono retrocessi ad uno stadio evolutivo fino a tornare ad essere pesci o chissà cos’altro, io so solo che in giro non se ne vedono.
Aidan in tutto questo è intervenuta a mia difesa, informando il napoletano che, alla luce di tutto quello che è successo fino ad oggi, farà il possibile perché io mi allontani definitivamente da lui.
Ho il mio Corazziere personale.
La mia non è tristezza o dolore, emozioni lecite in una situazione simile, quello che provo è rabbia mista a delusione.
So bene quale sia il prezzo da pagare per un carattere come il mio, alla mia spiccata attitudine di affezionarmi alle persone, ma non riesco a vederlo come un difetto, al contrario lo ritengo un grande pregio, conscio del fatto che il resto del mondo possa approfittarsene.
Ho detto “affezionarmi”, non “innamorarmi”, sono due cose ben distinte.

Sabato 02/02/2013
La giornata al lavoro è stata pesante: poca gente, telefono quasi muto, nessuna e-mail (nemmeno lo spam) e un disperato bisogno di trovare qualcosa da fare.
Il guagliuncello ha provato a chiamarmi due volte, la prima al mattino, la seconda volta nel pomeriggio, ma in entrambi i casi non l’ho richiamato.
Quando decido di voltare pagina per me non c’è più niente da fare, la sentenza è stata emessa.
Ne sa qualcosa Mr. Micro, nonostante fossi perdutamente innamorato di lui, ho preferito perderlo per non fargli del male ed alla mia decisione non c’è stata alcuna possibilità di appello.
Cambiano gli attori, ma la sceneggiatura resta immutata.
Ora non mi resta che tornare a casa, cercare di rilassarmi e concedermi un sonno ristoratore.

Domenica 03/02/2013
Non è stata certamente la serata che avevo programmato quella di ieri: appena arrivato a casa mi sono trovato davanti ad un vero e proprio plotone d’esecuzione, anche se la sentenza di condanna a morte non mi era stata letta.
Aidan, Anthony ed il suo moroso mi stavano aspettando, avevano di fatto preparato un bel discorsetto da farmi: hai sbagliato a lasciarti andare così col napoletano, ti ha preso in giro e tu non te ne rendevi conto, come puoi esserti affezionato a qualcuno che hai visto una sola volta e per così poco tempo e così via, fino a spiattellarmi in faccia ogni mio singolo difetto.
Le intenzioni erano delle migliori, ma non era né il momento, tantomeno il tono adatto.
So perfettamente di avere molti pregi ed il doppio in difetti, non sarei un essere umano se così non fosse, ma sentirmeli vomitare addosso tutti, uno dietro l’altro, è stato terribile, umiliante ed il risultato atteso non c’è stato, quella situazione mi ha portato a chiudermi a riccio.
Ad un certo punto avrei voluto correre in camera e chiudere la porta a chiave, lasciando i miei aguzzini dall’altra parte.
Mi spiace, ma resto convinto del fatto che quello non era il momento per dire certe cose e che ieri sera avevo bisogno di tutto tranne che quello.
Non è pensabile di affrontare discorsi simili a mezzanotte inoltrata, stanco di un giorno di lavoro e con la testa già piena di problemi.
Sono entrato in casa che il mio umore reggeva ancora gli scossoni appena ricevuti il giorno prima, due ore dopo ero completamente annientato.
Non era questo il loro obbiettivo, ma una simile mancanza di tatto e diplomazia hanno sortito questo effetto.
Certamente li ringrazio, anche se nel modo più sbagliato che esista hanno comunque dimostrato l’affetto che nutrono per me, nonostante un paio di cose che hanno frainteso.
Ad un certo punto stavo per esplodere, avrei finito col prenderli e buttarli fuori casa uno per uno, con i loro sguardi inquisitori e le parole di tanto in tanto al veleno.
Ma non sono io uno che si comporta così, quello che volevano ottenere era nobile, devono però affinare di molto la tecnica.
Oggi sono davvero a pezzi, non a causa del guagliuncello, ma di certe frasi che ancora riecheggiano nella mia mente.
Se l’intento era di farmi reagire, da cosa non si sa visto che stavo reagendo alla grande da solo, il risultato ha disatteso di parecchio le aspettative.
Così adesso mi trovo costretto ad affrontare un nuovo fronte di battaglia, una sorta di Santa Allenza delle persone a cui voglio bene che, coalizzatesi tra di loro, hanno dato il via alla prima serie di bombardamenti.
Prepariamo la contraerea!

Carrie

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